Strage di Vittoria: occasione per una disamina della Cassazione sui criteri di valutazione dell’attendibilità dei collaboranti

Si è recentemente concluso il terzo procedimento penale in merito alla strage di Vittoria sulla cui annosa vicenda giudiziaria dedicheremo sicuramente un ampio capitolo riepilogativo a breve. Il procedimento si è concluso  con la condanna in Corte di Cassazione degli altri due esecutori, oggi collaboranti di giustizia, Massimo Billizzi  e Gianluca Gammino.
Nel corso dei diversi gradi di giudizio, estremamente interessante, oltre che cruciale per le sorti di alcuni degli imputati, è stata la sentenza emessa dalla Corte di Cassazione sez. I n.1527/2013  che ha annullato, con rinvio ad altra sezione, la sentenza del 3 novembre 2011 della Corte di Assise di Appello di Catania,
Nella predetta sentenza la Suprema Corte si sofferma sulla rilevanza probatoria degli elementi indiziari e di quelli connotati dalla “non autosufficienza” dimostrativa. Di particolare interesse, dalla pagina 21 in poi, la disamina delle principali coordinate giurisprudenziali in tema di “controllo motivazionale”, nonché in tema di valutazione circa le dichiarazioni e l’attendibilità dei collaboranti e la “capacità dimostrativa” dei singoli elementi di riscontro, con relativo excursus dei precedenti giurisprudenziali di legittimità.
Al link in basso è possibile scaricare la sentenza per quanti avessero la pazienza e l’interesse di approfondire l’argomento.

LA SENTENZA

 

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