Diffida stragiudiziale, in nome e per conto dei genitori di Ivano Inglese alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero della Giustizia, al Ministero dell’Interno e alla Prefettura di Ragusa

Io e l’avvocato Anna Iachella abbiamo sottoscritto una diffida stragiudiziale, in nome e per conto dei genitori di Ivano Inglese, il giovane postino vittoriese ucciso il 20 settembre del 2012, e per la morte del quale la Giustizia non ha ancora trovato un colpevole. La diffida è indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero della Giustizia, al Ministero dell’Interno e alla Prefettura di Ragusa, al fine di costituire in mora gli organi in indirizzo, per il risarcimento dei danni subiti dai genitori, in seguito all’uccisione del figlio. Fermo restando l’impegno della Procura della Repubblica di Ragusa, che si è profusa in indagini a tutto campo e che va elogiata per l’attività svolta, riteniamo che lo Stato non possa disinteressarsi dei delitti che restano impuniti e ne debba rispondere sia che l’autore o gli autori siano rimasti sconosciuti, sia che gli stessi non siano solvibili.
Del resto, è quanto dispone una direttiva CEE del 2004 rimasta ad oggi sostanzialmente, ed in larga parte, disapplicata dal nostro Paese che, per tacitare la Corte di Giustizia europea, ha emanato, nel luglio  di quest’anno, una legge che di fatto è inapplicabile e viola la Costituzione, tant’è che la stessa Corte di Giustizia europea, lo scorso mese di ottobre, ha sanzionato l’Italia.
Pertanto, coerentemente con quanto abbiamo premesso, chiediamo al Governo italiano di applicare, in favore dei familiari di Ivano Inglese, quanto disposto dalle Direttive europee e di risarcire loro i danni derivanti dall’uccisione di una vittima innocente.  Poiché prevediamo che lo Stato sarà, ancora una volta, sordo ed arcigno nei confronti di quelle che sono le vere vittime, annunciamo già da adesso che,  decorso il termine assegnato, avvieremo il contenzioso nelle sedi opportune e con ulteriore danno erariale, ma riteniamo che questa battaglia che è etica, ancorché giudiziale, debba essere intrapresa..

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