Bilancio Emaia: ritirato l’atto per salvare otto posti di lavoro. Serve il dibattito con gli amministratori dell’azienda speciale

887Nell’’ultima seduta del Consiglio comunale l’assessore Caruano, su mia delega ha ritirato il bilancio dell’Emaia, che si apprestava ad essere sottoposto al voto dell’aula. La sua bocciatura avrebbe di fatto determinato il licenziamento di otto dipendenti e la liquidazione dell’Emaia. L’Emaia è una parte importante della storia imprenditoriale di Vittoria e merita l’attenzione della Regione Sicilia; sarebbe stato irresponsabile “chiuderla” in seguito a un paio d’ore di dibattito ed è necessario che l’atto venga discusso e difeso in Consiglio anche dagli amministratori dell’Emaia, che era normale non fossero presenti in questa fase di azzeramento delle cariche, e che dovranno esserlo appena l’atto tornerà in aula, siano essi di nuova nomina o riconfermati. Paradossale trovo invece parte del dibattito consiliare, che da tempo si svolge solo contro qualcuno e determina una lentezza e una scarsissima produttività dell’organo consiliare, e anche la posizione di alcuni consiglieri, che non so se considerare ridicole o gravissime. Penso alla dichiarazione del consigliere Moscato di condizionare il voto positivo al consuntivo dell’Emaia alle mie dimissioni anticipate sul tavolo del Consiglio. Voglio essere benevolo e giustificare quella dichiarazione con l’inesperienza e con l’inconsapevolezza del ruolo di consigliere da parte dello stesso. Siamo a questo punto: ci si permette di mercanteggiare il proprio voto in consiglio in cambio di ciò che la democrazia e il risultato elettorale hanno più volte negato. Ci sarebbe da ridire e da ridere parecchio su questa atmosfera consiliare che la dichiarazione di Moscato interpreta appieno, perché ormai alcuni consiglieri dell’opposizione non vanno in aula per deliberare cose giuste per la città o per portare proposte alternative all’azione amministrativa, ma per lanciare provocazioni, per denigrare la parte opposta o, peggio ancora, per lanciare messaggi ridicoli o ricattatori, per nulla etici e di cattiva e bassa politica.
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